Sono passate undici settimane dal Gran Premio del Bahrain. Appena dopo la gara che vedeva Verstappen agguantare la prima vittoria stagionale, George Russell si lanciava in una previsione all’apparenza improbabile, ma non impossibile:“Sono pronto a scommettere che Red Bull le vincerà tutte” recitava il numero 63; ma quello proposto dal giovane di King’s Lynn è davvero uno scenario realistico?
Mai nessuno prima
Non c’è dominio che tenga. Fino ad ora, da quando il Campionato Mondiale di Formula 1 esiste, mai nessun costruttore è riuscito a fare strike ad ogni singolo weekend di gara. Certo è che c’è chi ci è andato vicino, come Mercedes. La scuderia della stella, infatti, nel 2016 ha portato a casa più del 90% delle tappe stagionali, per un totale di 19 vittorie su 21. A rendere difforme la striscia di vittorie ci hanno pensato i piloti stessi in Spagna, dove si misero ko a vicenda in uno degli episodi più controversi della F1 moderna; e in Malesia, dove Rosberg si girò dopo un contatto alla prima curva, ed Hamilton venne tradito fatalmente dalla power unit. Insomma, le insidie sono dietro l’angolo anche quando si ha la macchina di gran lunga migliore, ma la perennemente negata gerarchia del duo Verstappen-Perez sono una bella assicurazione quando si parla di corpo a corpo.
Dalla parte di Red Bull
L’unica certezza nelle gerarchie di questo mondiale è la superiorità della RB19. Appena dietro fiorisce il caos. Nessuno fino ad ora è riuscito ad impensierire i due del toro alato, tant’è che parziale dopo cinque gare recita Verstappen 3, e Perez 2. Il ruolo di seconda forza non sembra trovare un padrone fisso. Da una parte c’è Ferrari, nel pallone con una monoposto che sembra indomabile, adatta a pochi tipi di layout, asfalto, condizioni. Dall’altra c’è l’altrettanto altalenante Mercedes, portatrice anch’essa di gravi sintomi come Ferrari, ma da più tempo. E infine c’è Aston Martin, la più solida delle tre, ma impossibilitata dalla manifesta inferiorità al cospetto della RB19 ad andare oltre la terza posizione, salvo sorprese.
La situazione a Milton Keynes è a dir poco idilliaca, considerando anche il ritmo a cui i tecnici riescono a sfornare aggiornamenti, il più delle volte efficaci, senza sembrare di risentire di alcuna penalità comminata l’anno passato.
Il tarlo del calendario
L’unico vero avversario di Red Bull, a oggi, pare la matematica. Perché se da una parte avere la macchina migliore fa dormire sogni sereni, dall’altra avere un calendario di 22 gare (una in meno delle 23 originali dopo l’annullamento di Imola) con 6 weekend sprint, qualche dubbio lo fa sorgere. Sono questi ultimi, probabilmente, i weekend in cui i nervi della squadra di Horner saranno messi maggiormente a dura prova. D’altronde, in sei occasioni si arriverà alla qualifica che conta con una sola sessione di prove libere. Se per giunta la pista e le condizioni rendessero difficile un’eventuale rimonta, non sarebbe impensabile avere un nuovo vincitore.
Un primo test importante avverrà già questo weekend. Quella del Principato è la pista atipica per antonomasia, e mancare la pole per qualsivoglia motivo sarebbe quasi una condanna per la domenica. Pole che, come visto, non è sempre nelle mani di Red Bull – si veda l’Azerbaijan –. Insomma, il collettivo Red Bull, pur trovandosi in una posizione invidiabile, non può concedersi il lusso di adagiarsi sugli allori se vuol far man bassa di tutto.
Red Bull: una macchina quasi perfetta
Andando al di là delle prestazioni monstre, la Red Bull si è dimostrata anche un passo avanti nell’affidabilità. Mercedes e Ferrari hanno scontato ritiri per problemi al motore, Red Bull no. Se da una parte la power unit di Milton Keynes è un prodigio di ingegneria capace di erogare la potenza massima senza rischiare rotture, dall’altra, la RB19 non è esentata dal rischio di un ritiro meccanico.
Infatti, un problema la creatura di Newey potrebbe avercelo, e sta nella trasmissione. In quasi ogni weekend di gara viene proposto dalla regia un team radio di Verstappen che lamenta problemi nelle cambiate. Un problema che fino ad ora non ha compromesso nessuna domenica dell’olandese, ma un sabato sì. A Jeddah infatti, Verstappen ha dovuto rinunciare alla lotta alla pole, quando nel Q2 la trasmissione della sua RB19 l’ha salutato. Il problema c’è, e forse Red Bull riesce addirittura a mitigarlo potendo permettersi di girare con più “calma” visto il distacco con quelli dietro. Da vedere se sarà un fattore determinante nell’impresa che nessuno mai, fino ad ora, è riuscito a compiere.