La questione power unit 2026 è da qualche mese al centro delle scene in Formula 1. I costruttori ad essersi iscritti per quella stagione sono: Ferrari, Mercedes, Red Bull Powertrains, Renault, Audi e Honda.
Il Giappone incontra l’Inghilterra: siamo alle fasi finali
La notizia che aveva fatto più scalpore era il fatto che Honda si fosse candidata a fornire le loro PU alle scuderie. Sono pochissimi, infatti, i team che non avevano confermato una partnership con un motorista. Tra questi, la casa giapponese sembra aver scelto Aston Martin. Le due aziende, secondo la testata on-line The Race, sarebbero allo “sprint finale”, con il vero e proprio accordo che dovrebbe uscire nelle prossime settimane.
Il colosso orientale dovrà comunque rispettare l’accordo stretto con Red Bull fino al 2025. Alcuni ingegneri sono e saranno fondamentali per la costruzione dei motori che spingono le vetture del team di Milton Keynes, che dal 2026 si staccherà definitivamente dal mondo asiatico per unirsi a quello americano, precisamente con Ford. Quindi, anche se effettivamente il nome sarà Red Bull Powertrains (o RBPT) e la sede sarà nelle fabbriche della cittadina inglese, i meccanici saranno affiancati da quelli del colosso americano.
Dagli anni bui con McLaren alla rivincita grazie a Red Bull
La storia recente di Honda è ben nota. Gli anni della collaborazione con McLaren sono stati molto difficili. Il motore non rendeva in termini di velocità pura e di affidabilità (parlano da soli i molteplici ritiri di quelle stagioni). Dopo la rottura con il team britannico, la svolta: l’annuncio della partnership con Alpha Tauri. Da quel momento, i risultati cominciano a migliorare. La Red Bull, che possiede il team di Faenza, si accorge di questo. L’anno successivo il contratto viene firmato. Gli ottimi progressi mostrati nel biennio 2019-2020 porteranno poi al primo titolo mondiale di Max.
ARTICOLO DI FRANCESCO ORLANDO