La Ferrari ha cercato di dare e di darsi una spiegazione circa quanto accaduto a Miami. Un weekend difficile, che ha restituito più dubbi che risposte al team di Maranello alle prese con una monoposto, la SF-23 ben più complessa della F1-75. Gli aggiornamenti portati dal team non solo non hanno portato migliorie ma si sono rivelati un’arma a doppio taglio. E nonostante la monoposto abbia dei limiti tecnici che si porta appresso dal momento della sua costruzione, ci sono stati anche errori umani che a Miami hanno impedito alla Ferrari di poter lottare per una posizione migliore, e che l’hanno rilegata al ruolo di quarta forza. Una Ferrari che raramente convince, criticata da tutti, anche da Fernando Alonso che recentemente ha definito il suo ex team “inconsistente” rispetto al passato.
Il team, ne è consapevole e proprio dopo il difficile weekend e, soprattutto alla vigilia di un appuntamento ancora più importante, quello di Imola, la prossima settimana, prende atto che tutto, i successi come le sconfitte sono responsabilità comune. Che la squadra, in un momento così delicato della sua storia deve mostrarsi unita, per poter crescere.
La SF-23 è un vero e proprio rompicapo
Di teste, a Maranello ne sono cadute tante negli ultimi mesi. Il team sta vivendo una completa rivoluzione, e trovarsi tra le mani una monoposto imprevedibile ha complicato le cose. Dai test in Bahrain è emerso subito il timore che la SF-23 sarebbe stata un vero e proprio rompicapo per la Ferrari. Un’enigma da risolvere il più in fretta possibile, un po’ come quanto successo alla Mercedes lo scorso anno con la W13.
Solo un anno fa a Maranello si respirava tutt’altra aria. Il mondiale era ancora aperto, e Charles a Imola era arrivato da leader del Mondiale. Binotto conduceva e supervisionava il lavoro tecnico circondato dai suoi uomini. Tutto è stato rimesso in discussione però quando i risultati hanno iniziato ad essere insoddisfacenti, deludenti. La SF-23 ha subito gli effetti di questi cambiamenti. Per estrarne dunque il potenziale lo stesso team ha dovuto apportare cambiamenti in corso d’opera, ridisegnando il piano sviluppi nonostante la perdita di elementi importanti del team. Il primo aggiornamento significativo per avvicinarsi non tanto alla RedBull, che sembra non aver bisogno d’altro per spiccare, quanto piuttosto all’Aston Martin, al momento seconda forza del mondiale, è arrivato a Miami.
Cosa non ha funzionato a Miami
Il team capitanato da Frédéric Vasseur, come riportato da Franco Nugnes su Motorsport.com, ha riconosciuto all’unanimità che a Miami non è mancato solo l’aggiornamento ma l’intero team, senza veri e propri responsabili. La Ferrari non è riuscita a trovare l’assetto ideale e questo di fatto, ha reso difficile comprendere la vera utilità del fondo aggiornato. Inoltre le sensazioni di entrambi piloti non sono state positive. Leclerc e Sainz avevano due monoposto che rispondevano in modo opposto. Entrambe alle prese con un problema diverso a differenza di mescola. Al momento alla Ferrari sembra mancare una certa coerenza che dovrebbe emergere su determinate piste. La finestra di utilizzo della SF-23 sembra ancora piuttosto limitata e questo si trasforma in prestazioni incostanti.
Quello portato a Miami era il primo aggiornamento di quelli che vedremo completare la Rossa nei prossimi due appuntamenti, a Imola e Barcellona. A Imola anche la Mercedes porterà una versione diversa della W14. Il team, a differenza della Ferrari ha scelto di prendersi più tempo per valutare gli aggiornamenti che dovrebbero riportare la W14 ad un livello degno dei titoli iridati vinti dal team. Vedremo se oltre l’ammissione di colpe arriveranno anche delle risposte più incoraggianti dalla monoposto.