La FIA ha gestito il Gran Premio di Australia in maniera quasi impeccabile. Era corretto fare uscire le bandiere rosse per ben tre volte (mai una gara ne aveva viste così tante)? Se Niels Wittich, subentrato a Michael Masi dopo il patatrac di Abu Dhabi 2021, ha ritenuto la situazione da bandiera rossa, perché criticarlo?
Il tedesco è uno che rispetta le regole ed esige lo stesso dagli altri. La notizia recente del “suo” divieto dei festeggiamenti al muretto non è in realtà niente di nuovo: la regola c’è sempre stata ma i suoi predecessori l’hanno sempre ignorata. C’è poi da dire che anche ai tifosi sembra non vada mai bene nulla. L’anno scorso a Monza sono piovute critiche per aver fatto finire la gara dietro la safety car, “uccidendo” così lo spettacolo. Domenica scorsa, lo spettacolo che tutti volevano è arrivato, ma guarda caso da un momento all’altro non va più bene e bisognerebbe fare meno partenze pericolose eccetera.
Consigli alla FIA per non minare la propria credibilità
Tralasciando l’ipocrisia dei tifosi, la FIA ha “arbitrato” la gara abbastanza bene, se non per un paio di accorgimenti. Le bandiere rosse per ravvivare lo show ci possono stare: la NASCAR, addirittura, aumenta i giri di gara in caso di caution (safety car) nelle fasi finali per permettere di avere sempre un finale aperto. Perché, allora, l’inutile sfilata finale dietro la safety car?
Una volta deciso l’ordine di arrivo (e su questo ci torneremo fra pochissimo), perché non dichiarare la corsa finita ed evitare così di sprecare altri minuti per nulla? Inoltre, riguardo la classifica finale, si è deciso (come da regolamento) di prendere l’ultimo rilevamento in cui sono presenti tutti i piloti. Peccato non sia accaduto così.
La classifica finale, infatti, deriva dall’ordine di gara del giro 56, prima della ripartenza. L’ultimo rilevamento in cui sono presenti tutti i piloti, invece, è la cosiddetta safety car line 2, appena prima di curva 1. A ben vedere, non cambierebbe granché: l’unico a guadagnare una posizione sarebbe Hulkenberg e per questo motivo la Haas ha sporto protesta. Ciò mostra che, sì, le regole vengono seguite, ma c’è sempre qualcosa che cambia da una gara all’altra e non è certo fonte di sicurezza per le squadre e i piloti.
Un altro punto su cui bisognerebbe fare chiarezza sono le bandiere rosse. Non tanto la loro utilità, quanto il fatto che siano state messe con un po’ di ritardo, facendo uscire prima la safety car e quindi traendo in inganno alcuni piloti (vedi Russell e Sainz). Insomma, la FIA ha ricevuto troppe critiche dopo Melbourne, ma ha il compito di mettere in chiaro alcune regole per evitare di minare ulteriormente la propria credibilità.