Uno degli effetti della febbre Formula 1 esplosa negli ultimi anni, è stato il conseguente aumento dei titoli d’ingresso venduti, e l’interesse da parte dei governi locali e degli organizzatori che hanno visto nella massima categoria un’occasione per riqualificarsi e mettere le proprie radici. Assicurarsi un posto in calendario, o mantenerlo non è affatto semplice. Le trattative con Liberty Media, per questioni burocratiche e autorizzazioni sono lunghe. I costi spesso insostenibili, riducono l’elenco di paesi con una determinata disponibilità economica. Lo spazio è poco e i pretendenti sono tanti. In uno scenario del genere nemmeno i Gran Premi storici, come Monza e Imola sono al sicuro. Il presidente ACI, Sticchi Damiani ha ammesso che gli sforzi per tenere in calendario i due storici appuntamenti italiani, potrebbero non bastare.
Difficoltà con il budget
“Abbiamo un contratto in essere per Monza e Imola fino al 2025, dopo di che è tutto da definire” – queste le parole del presidente ACI, che non vorrebbe vedere i due Gran Premi di casa fare la stessa fine di quelli in Francia o in Germania. Il calendario avendo molti appuntamenti gioca su tempi ristretti. Un solo ritardo, o un’inefficienza può compromettere l’evento intero. La burocrazia impone determinati tempi, mettendo a rischio la realizzazione di progetti di riqualificazione, o per ospitare nuove tribune, come quello per Monza.
“Per Monza presenteremo a breve i progetti sui sottopassi e lo studio di fattibilità per le tribune e l’area paddock – dice Sticchi Damiani. “Ma è chiaro che i tempi non dipendono da noi. Appena avremo il via libera procederemo con le gare di appalto o se ci sarà un commissario per sveltire i tempi. Servono dei mesi per lavorare, se l’azienda che dovesse vincere l’appalto mi garantisce che prima del GP di settembre sarà tutto in ordine, darò il via, altrimenti preferisco aspettare tre mesi in più ma essere sicuro che le cose siano fatte a regola d’arte”.
Sticchi Damiani: “ACI da sola non può farcela”
Il rischio è di ritrovarsi in situazioni spiacevoli come quelle dello scorso anno proprio a Monza, con le tribune “abusive” e la Fan Zone sequestrata pochi giorni prima dell’evento. “Ogni tanto salta fuori qualcosa e ci ritroviamo a dover gestire problemi vecchi” denuncia il presidente ACI che si sofferma anche sulla questione costi: “Nonostante l’edizione da record dello scorso anno abbiamo perso soldi a causa degli elevati costi di gestione indipendenti dal Gran Premio“, uno scenario che pur essendo negativo non è tra i peggiori, come quello del 2021, in cui nonostante la capienza limitata causa Covid, Liberty Media ha fatto pagare per intero la quota del GP, facendogli accumulare debiti. Una situazione che non può essere gestita solo da ACI e che alla lunga, se non affrontata con la dovuta urgenza potrebbe lasciare l’Italia senza gare dopo il 2025.
Fonte dichiarazioni: Automoto.it