La stagione è appena iniziata ma quello che sta pian piano emergendo è che i problemi della Ferrari non si limitano alla pista. Ad aver subito maggiormente le conseguenze di una lotta iridata finita male, lo scorso anno è stato l’organico del team di Maranello, a partire dal proprio “capitano”, l’ex Team Principal Mattia Binotto. A Gennaio con la stagione 2023 alle porte, il progetto della SF-23 quasi ultimato e una squadra da ricomporre l’arrivo di Vasseur è nato sotto dei grandi punti interrogativi: sarà all’altezza? Quanto riuscirà a fare in questo suo primo anno di operato e come ri-organizzerà il team?
Chiaramente, gli uomini più vicini a Mattia Binotto sarebbero stati i primi a venir messi in discussione e così è stato. La sostituzione di Rueda con Ravin Jain, nel reparto strategico, è stato il primo grande cambiamento imposto da Vasseur. Recentemente però, un altro addio – quello del capo degli aerodinamici Sanchez – ha scosso e preoccupato l’ambiente. Ed è qui che sono iniziati a sorgere i dubbi su un “boia” più grande di Vasseur, un deus ex machina, i vertici Ferrari.
La partenza di Sanchez
Le dimissioni di David Sanchez hanno aperto uno scenario più complesso rispetto all’immagine più semplice di un Vasseur che fa piazza pulita tra gli ex binottiani. Le indiscrezioni, infatti, raccontano di un addio volontario e non forzato. E qui la consapevolezza: la Ferrari non è più quell’ambiente ambito da tutti ma piuttosto un luogo da evitare, per far sì che la propria carriera non coli a picco assieme a lei. E la domanda: c’è un colpevole in tutto questo? Con la partenza di Sanchez, che si aggiunge a quella di Binotto, la SF-23 ha perso due dei suoi padri biologici. Difficile pensare dunque che le dichiarazioni fatte a inizio anno da Vasseur, su una Ferrari in lotta per il titolo, possano concretizzarsi.
Il team deve infatti sciogliere prima tutti i nodi venuti al pettine, e capire che svolta dare a questo 2023, in cui ad attendere, in pista ci sono sempre loro, Leclerc e Sainz. Sulla scelta del sostituto di Sanchez la Ferrari è ancora in fase di valutazione, ma non avendo tempo per attingere ad un mercato più ampio, dovrà guardare nel proprio giardino e scegliere risorse interne. Si parla di Diego Tondi, attuale capo dello sviluppo aerodinamico, e Fabio Montecchi, Chief project engineer, come possibili sostituti.
Possibile attrito Vigna – Vasseur?
La Ferrari ha iniziato il 2023 con un passo falso, e in netto svantaggio rispetto a Red Bull, sia sul fronte aerodinamico che dell’affidabilità. Vasseur, in tutto questo si appresta ad essere un povero spettatore, vittima del sistema di potere in casa Ferrari, che lo ha messo al posto di Binotto, del quale i vertici, Elkann e Vigna, erano pienamente insoddisfatti. Secondo quanto emerge dalla penna di Fulvio Solms, sul Corriere dello Sport, Vasseur, che opera con poteri inferiori rispetto agli altri Team Principal, sarebbe quindi già entrato in conflitto con la dirigenza, in particolare con l’amministratore delegato della scuderia, Benedetto Vigna.
“La frattura tra Vasseur e l’amministratore delegato Benedetto Vigna costituisce il vero ipocentro del terremoto in corso – scrive Solms – su incarico del presidente John Elkann, Vigna ha di fatto commissariato Vasseur, che opera con poteri inferiori a quelli degli altri nove suoi pari grado in Formula 1.”
L’attrito tra Vasseur e Vigna sarebbe dunque da imputare ai poteri dell’attuale Team Principal Ferrari. “Per dire: non ha controllo sui pass della squadra, che di solito attengono al team principal. Al suo arrivo chiese la delega sugli sponsor e gli fu negata: anche quella se l’è tenuta Vigna che l’aveva tolta a Binotto nel marzo 2021. […]. Binotto ha difeso quella autonomia e ha difeso anche i suoi ingegneri quando sbagliavano […], chi non si sente più tutelato si arrocca nei confini del suo compitino pur di non incappare in un errore che potrebbe costargli il posto. Oppure, se è apprezzato, come David Sanchez, raccoglie le sue robe e saluta la compagnia. Attenzione: non è vero che Sanchez sia stato spinto ad andar via”.
Uno scenario complicato
Quello che emerge dal disegno di Solms è un sistema in cui le teste calde sono le prime a saltare. Se si va in cerca di una propria autonomia, ponendo un muro e difendendo il proprio operato e quello dei colleghi come nel caso di Binotto, si viene cacciati, mentre i meritevoli o si affidano alla tutela della dirigenza facendo il proprio compitino, o fanno le valige e se ne vanno. Un po’ come quanto fatto da David Sanchez.
Sempre secondo Solms, infine, dalla porta potremmo vedere uscire un altro punto di riferimento nel team di Maranello: “Che Laurent Mekies stia cercando casa a Parigi?”
Uno scenario da cui, ancora una volta ne esce male solo l’immagine del Cavallino, costretto dopo anni di duro digiuno a dover fare i conti con una lotta senza fine tra potenze e pressioni dei media. Un terreno in cui non è possibile coltivare nulla, e in cui ogni germoglio viene estirpato con violenza impedendo che possa crescere e portare i frutti sperati.
Fonte dichiarazioni: FormulaPassion