Un cantiere aperto. In casa Ferrari c’è ancora bisogno di lavorare e capire quale strada intraprendere per iniziare un nuovo ciclo – il primo dell’era Vasseur, possibilmente vincente. Le dimissioni dell’Head of Vehicle Concept David Sanchez hanno provocato un bello scossone a Maranello, ma non del tutto inatteso.
Il ruolo di Vasseur
Dopo dieci anni, dunque, si chiude un capitolo molto importante per l’ingegnere francese, da sempre molto legato a Mattia Binotto. La domanda che tanti si pongono infatti è legata a quanto ci sia di Frederic Vasseur dietro queste dimissioni. La risposta è molto semplice: zero. In base a quanto filtra infatti, l’unico cambiamento che ha apportato alla squadra Vasseur riguarda sul lato strategia, con l’addio di Rueda e l’arrivo di Ravin Jain, il giovane ingegnere indiano arrivato a Maranello nel 2016. Sanchez lascia la squadra sicuramente non nel miglior momento, considerando che la stagione è appena iniziata e di certo per la Rossa non è stata la partenza che tutti si aspettavano.
La scelta del sostituto
Sarà molto interessante capire come si muoverà la Ferrari per cercare il sostituto. La scelta ricadrà sicuramente su qualche membro interno. A ora, anche se siamo solo all’inizio, si parla di Diego Tondi, capo dello sviluppo, e di Fabio Montecchi, ingegnere responsabile del telaio. Per chi dovesse rimpiazzare Sanchez, non sarà un compito semplice considerando che il francese è ovviamente uno dei tecnici che più ha contribuito alla progettazione della monoposto del 2022 e del 2023. Non dovrebbero esserci però enormi cambiamenti sul lato aggiornamenti, considerando che si parla di una programmazione che il team ha già organizzato prima dell’inizio della stagione. Le prime componenti infatti potrebbero già debuttare a Jeddah settimana prossima.
In Ferrari è appena iniziata una fase di cambiamenti che, in uno sport come la Formula 1, solo il tempo ci dirà se sarà stata giusta o meno. Non resta che attendere, avendo però la certezza che a Maranello, come riportato sui loro post social, ripartiranno sempre: “Uniti”.