La Ferrari era arrivata in Bahrain con l’intento di ottenere delle risposte dalla SF-23. Era arrivata in Bahrain, con la voglia di dare ai propri piloti, ai propri tifosi qualcosa di diverso, e che soprattutto, avrebbe reso giustizia alla storia e al nome del Cavallino. La Ferrari ha iniziato la stagione a testa bassa, consapevole di dover lavorare per recuperare un gap che Red Bull aveva già costruito nel 2022. Vasseur lo ha ripetuto spesso: “Non faremo gli stessi errori“. Una promessa, come quella arrivata già nell’inverno – da fonti più o meno attendibili – su una Power Unit più affidabile. Sebbene Vasseur, almeno in questa prima fase abbia mantenuto la sua promessa, per quanto riguarda le scelte strategiche, e una comunicazione più trasparente, la promessa sull’affidabilità è svanita a circa 17 giri dalla fine del Gran Premio con il ritiro di Charles Leclerc.
Un boccone amaro da digerire, e si sa, il monegasco non ha una faccia da poker. Quando la delusione arriva si legge subito nei suoi occhi turgidi, nelle sopracciglia alzate, nelle pause tra una parola e un’altra e le mani tra i capelli. Frustrazione. Rabbia. Un problema che non era previsto – avendo inoltre cambiato centralina e batteria prima del Gran Premio – e che ha colpito la SF-23, e Leclerc, proprio nel momento in cui erano più vulnerabili. Intenti a difendere la terza piazza. Nonostante il degrado gomme abbia colpito la Rossa, in particolare quella Sainz, le probabilità di mantenere la posizione per Charles erano piuttosto alte.
Ipotesi allarmanti
Il team da subito ha cercato delle risposte, per capire l’entità del problema e se la Power Unit fosse stata compromessa. Le prime indiscrezioni hanno parlato di un problema alla nuova centralina, quella montata prima del GP e che sarebbe andata in tilt ammutolendo il motore. Un brutto scherzo del destino, insomma. Ma che non avrebbe intaccato la Power Unit. Successivamente si è parlato di un problema nel cablaggio che avrebbe mandato in tilt l’elettronica. Un effetto causato dal surriscaldamento, dalle troppe vibrazioni o, in ultima istanza da un errore umano, nel montaggio della vettura. Il team ha dunque iniziato un’autopsia completa della SF-23, per trovare l’origine del black-out e verificare lo stato delle due centraline, per capire se il monegasco rischia una penalità già nel prossimo Gran Premio della stagione, a Jeddah.
Al momento, come riporta Motorsport.com, sarebbe confermata l’ipotesi del cablaggio, andato in crisi per un fissaggio inadeguato nel packaging fra motore e telaio, che avrebbe ceduto per i troppi “bump” e non per un errore umano nel montaggio. Il team avrebbe inoltre verificato lo stato delle centraline e la speranza, l’unica, risiederebbe proprio nella prima unità, quella sostituita per precauzione e che ora dovrà soddisfare i parametri adeguati per essere rimontata sulla Ferrari SF-23 di Leclerc.
Fonte: Motorsport.com Italia