Il team di Faenza ha presentato la monoposto 2023, la AT04 nella settimana della moda di New York. Stessa location della Red Bull – influenzata principalmente dall’annuncio della partnership con Ford che riguarderà anche AlphaTauri, ma con dei cambiamenti visibili almeno. Il team di Faenza ha dapprima pubblicato un video per svelare al mondo la AT04 e i colori nati dal matrimonio con il nuovo sponsor, Orlen, diffondendo qualche minuto dopo anche i render che ritraevano la monoposto 2023 da ogni prospettiva. Fisicamente la vettura sarà presente a Misano il 14 Febbraio per il filming day, occasione in cui compierà i suoi i primi 100km su pista. La AT04 non parla di “rivoluzione”, ma dalle prime immagini è possibile cogliere alcuni cambiamenti che la avvicinano – ovviamente – a Red Bull e, in parte anche a Ferrari.
Come cambia la AT04
Il primo cambiamento che salta all’occhio è quello cromatico che ha diviso un po’ le platee. C’è chi l’ha già etichettata come vettura più brutta del 2023, chi invece ha apprezzato l’azzardo negli accostamenti di colore. La AT04, nata dalla partnership con PKN Orlen, dopo la rottura con Alfa Romeo e con il pilota che sosteneva, Robert Kubica che ha però chiarito che non seguirà Orlen nell’avventura con AlphaTauri, ha come colori principali il blu il bianco e il rosso che spicca principalmente sull’halo e sull’ala posteriore.
La vettura era presente anche all’evento di lancio a New York. Un evento più modaiolo come si evince anche dall’abbigliamento “borghese” dei due piloti, Nyck De Vries e Yuki Tsunoda. Il duo è una delle novità in griglia per la stagione 2023. Nyck pur avendo già corso in Formula 1 a Monza come sostituto di Alexander Albon è effettivamente uno dei 3 rookie che debutteranno questa stagione.
Una versione evoluta della AT03
Sul punto di vista tecnico la AT04 non si discosta molto dalla sorella maggiore, fatta eccezione per il posteriore – con sospensioni push rod, schema condiviso anche da Red Bull – e alcune soluzioni volte a ottenere più carico e meno peso. L’obiettivo principale è quello di risalire di posizioni dopo la stagione deludente dello scorso anno. Non sempre infatti, essere il team satellite di Red Bull è un plus. In particolare, considerando le sfide e le incognite portate dal nuovo regolamento AlphaTauri ha dovuto fare un po’ da cavia, ma quest’anno rialzarsi sarà un imperativo. I problemi avuti lo scorso anno riguardano la velocità sul dritto, il carico aerodinamico e gestione delle mescole. AlphaTauri è ripartita proprio da qui, per sviluppare la monoposto 2023.
La AT04 rimane una vettura fortemente influenzata dalla Red Bull ma dovendo raffrontarsi con un budget e risorse inferiori ha cercato di cogliere anche all’esterno qualche soluzione che potesse sposarsi con il proprio progetto.
Partiamo dalla parte anteriore, quella meno rinnovata. AlphaTauri ha mostrato la stessa sospensione anteriore push rod impostata come l’anno scorso, con l’asse dello sterzo posizionato posteriormente. Una configurazione che risale alla RB16, apparentemente non adottato dalla RB18 o RB19 – anche se di quest’ultima abbiamo potuto vedere poco. La parte delle fiancate, più spioventi si rifà invece ad un disegno Ferrari per le bocche dei radiatori, poste più in alto. Red Bull e Ferrari hanno fatto un po’ scuola lo scorso anno, ed è normale che si guardi più alle soluzioni adottate dalle scuderie che sono arrivate prima e seconda classificata.
Per quanto riguarda il raffreddamento abbiamo invece un grande pannello a feritoia e un uscita a cannone. La cosa importante è che l’aria dai sidepod, non servendo per l’aerodinamica, viene scaricata lontano dalle ali o dal diffusore. Gli sfoghi non sono particolarmente evidenziati, ma considerando i render aspettiamo di vedere più novità in questa zona. L’air-box della AT04 è più squadrato, l’ingresso roll hoop più sottile e semplificato.
L’AlphaTauri è in cerca di risposte, di un’identità ben precisa che spera di aver trovato dopo svariati tentativi, nella AT04. Se questo percorso però avrà dato i suoi frutti, lo sapremo solo nel corso dei prossimi mesi.
Fonte: Motorsport.com